ONU: Stop a Diclofenac, Piombo e Catture di cetacei.

Durante all’11esimo meeting (Cop11) della Convenzione sulle specie migratorie (convenzione di Bonn), prevista dal trattato internazionale dell’UNEP (United Nations Environment Program), svolto dal 4 al 9 novembre a Quito (Ecuador), l’ONU ha previsto tre importanti divieti che stabiliscono una vera e propria svolta:

  • Stop all’uso del piombo anche nelle munizioni, per gli eccessivi rischi per biodiversità e persone;
  • Stop all’uso del Diclofenac per uso veterinario, in quanto accusato di provocare l’estinzione di diverse specie di rapaci che si nutrono delle carcasse degli animali
  • Stop alla cattura di cetacei per scopi commerciali, vietando di fatto di rinchiudere queste specie in delfinari e/o strutture di cattività.

Decisioni, vincolanti per tutti i Paesi aderenti, Italia compresa, che dovranno essere recepite e applicate entro il 2017.

Tutto ciò nell’ambito della risoluzione “Prevenzione dell’avvelenamento degli uccelli migratori”, una delle più importanti della Cop11, che anzitutto prevede la dismissione del piombo dalle munizioni da caccia, indipendentemente dal tipo di ambiente in cui la caccia si svolge. Fino a ieri, il divieto avrebbe dovuto riguardare le sole zone umide, nelle quali i pallini di piombo vengono ingeriti dagli uccelli acquatici con conseguente avvelenamento da saturnismo.

La risoluzione di Quito prevede che entro il 2017 tutte le munizioni siano sostituite con leghe non tossiche. Un evento che comporterà trasformazioni radicali ma ormai non più rimandabili per l’industria venatoria. La seconda eccellente novità riguarda il bando dell’utilizzo veterinario del Diclofenac, il farmaco antinfiammatorio che ha portato alla quasi estinzione, in India, di due specie di avvoltoi e che è stato inopinatamente autorizzato in Europa. La Conferenza ha evidenziato l’altissimo rischio rappresentato dal farmaco per questi grandi fragilissimi rapaci e ha sancito la necessità del suo bando, per sostituirlo con alternative sicure e comunque da attestare adeguatamente, quale ad esempio il Meloxicam.

Fino a qua le notizie. Ora i nostri commenti.

Non entriamo nel merito della risoluzione sui cetacei, in quanto non di nostra competenza.
Cogliamo con grande favore la messa al bando del Diclofenac, sperando che oltre a questo principio attivo si siano considerati anche altri (Flunixin meglumine, Aceflonac e Enrofloxacina) segnalati anche dal Ministero della Salute in una nota recente (nota nr 31238 del 1° agosto 2014).
Ci permettiamo invece di fare qualche considerazione sulla questione dell’uso del piombo nelle munizioni da caccia, argomento che avremo modo di approfondire nei prossimi post.

La problematica piombo è sicuramente sentita anche a livello ambientale. L’utilizzo di pallini al piombo nelle zone umide, e la loro assunzione da parte degli uccelli filtratori crea gravi problematiche di saturnismo, con casi di mortalità anche significative ed in specie di pregio conservazionistico.

Il problema nasce nel momento in cui, come al solito si fa di tutta l’erba un fascio. L’attività venatoria praticata nelle zone umide, ed in particolari alle specie acquatiche, è tutta un’altra storia rispetto alla caccia praticata agli ungulati. La dispersione di piombo da parte di un cacciatore di ungulati in un anno non è minimamente paragonabile a quella sparata da un cacciatore di anatre in un giorno. Premettiamo che non siamo contro l’uso delle palle monolitiche nella caccia agli ungulati, ma siamo assolutamente contrari ad una disinformazione che parte proprio da chi è deputato a fare formazione, ed in questo caso ci riferiamo ad ISPRA.

Il benessere animale deve essere posto al primo posto anche quando si parla di attività venatoria, proprio perché attività consentita e regolata da norme severe, in cui è previsto l’abbattimento di una specie animale. Garantire il benessere animale è alla base del rispetto e dell’etica venatoria. Ne consegue che un buon cacciatore deve essere certo che nel momento in cui esplode il colpo, l’animale che gli è stato assegnato, perisca senza inutili sofferenze. Questo avviene se il tiro è preciso, e se la palla lavora in maniera corretta.

Non entriamo ora troppo nel dettaglio, ma gli esperti balistici, che invitiamo a commentare, ben sanno le differenze a livello di balistica interna, esterna e terminale tra una palla al piombo ed una monolitica.

Ecco, possiamo capire i divieti e le evoluzioni dei materiali. Quello che non possiamo tollerare, essendo persone di scienza, è l’inganno. E soprattutto non possiamo accettare che tali imposizioni arrivino senza minimamente mettere al corrente il cacciatore di turno delle problematiche di sicurezza legate alla balistica interna con l’uso di una palla monolitica e alla questione dei rimbalzi (mettendo a serio rischio l’incolumità di cacciatori e non), e che soprattutto non si faccia una corretta formazione sulla differente reazione al colpo dell’animale tra le due tipologie di materiali, creando ulteriori problematiche etiche e sociali.

Abbiamo tempo fino al 2017 per adeguarci, ma soprattutto per formare e informare. Questo sarà anche il nostro compito, senza aspettare il 2017.

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