Stambecchi arrampicatori alla ricerca del salnitro

Quanto conosciamo gli ungulati che vivono sulle Alpi?

Tutti sappiamo che gli stambecchi sono abili “rocciatori”, grazie alla loro evoluzione naturale che li ha provvisti di uno zoccolo tagliente sui bordi e morbido al centro, per permettere uno stabile appoggio anche in condizioni di forte pendenza e ridottissime superfici d’appoggio. Ma ciò che possono fare per procurarsi il salnitro presente su alcune rocce, o sulle pareti delle dighe, ha dell’incredibile.

Stambecca diga antrona_03

In queste immagini e nel video sottostante si può apprezzare da vicino l’abilità degli stambecchi alpini (Capra ibex) nell’arrampicarsi sulle pareti rocciose alpine. Siamo nel Parco Naturale dell’Alta Valle Antrona, in Piemonte, dove presso una ormai famosissima diga numerosi stambecchi si esibiscono in passaggi talvolta poco superiori al quarto grado alpinistico. Il tutto per poter leccare il salnitro, un sale di potassio che si forma su muri umidi e poco ventilati, come quelli delle dighe, a causa dell’acqua sotterranea che risale attraverso il muro e che con il contatto con l’ossigeno dell’aria e il carbonato di potassio contenuto nella parete, forma il nitrato di potassio detto appunto anche salnitro, caratterizzato da depositi di cristalli bianchi.

Yearling - antrona_003

Tutti i ruminanti, domestici e selvatici, sono assai golosi di sale. Il sodio è infatti un elemento fondamentale della dieta di tutti i mammiferi in quanto a livello di biochimica cellulare ha un’azione particolare a livello di pompa sodio/potassio (Na+/K+) regolando i meccanismi di pressione osmotica tra liquido intra ed extra-cellulare. Tutti gli erbivori ruminanti, come appunto lo stambecco, ricercano in modo particolare il sale perché presentano dal punto di vista fisiologico la particolarità di dover assumere in modo preferenziale Sodio (Na+) ai fini di mantenere un corretto equilibrio a livello di pressione cellulare che è diversa rispetto ad altri mammiferi uomo compreso.
Il sodio assunto con la dieta è trasportato attraverso la circolazione sanguigna nei vari tessuti per poi giungere a livello di singole cellule dove interviene, insieme ad altri elementi, nei processi di regolazione dell’omeostasi.
Nella dieta di un ruminante selvatico è già mediamente presente una quota sufficiente di sodio, ma la possibilità di averne in maggior quantità ovviamente stimola questi animali alla sua ricerca.

Questo non deve però esser una condizione che giustifica la distribuzione del normale sale da cucina (cloruro di sodio) nei pressi di baite e rifugi, come elemento per attrarre gli ungulati selvatici, in quanto così facendo si va ad alterare il normale comportamento degli animali e si stimola una maggiore concentrazione di individui e quindi maggiori interazioni spaziali intra- ed interspecifiche.

Video_Ibex

Foto e video di Andrea Battisti – www.hybridwildlife.com

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