Buone pratiche venatorie nella gestione della carne di selvaggina – Federazione Cacciatori Ticinesi – Rivera 9 marzo 2018

Fino a poco tempo fa per il controllo e la trasformazione della selvaggina cacciata in territorio elvetico, erano state emanate solo regolamentazioni rudimentali, inserite all’interno dell’ordinanza concernente la macellazione e il controllo delle carni (OMCC; RS 817.190) e in quella concernente l’igiene nella macellazione (OIgM; RS 817.190.1), entrambe del 23 novembre 2005.

Con la revisione delle due ordinanze, entrata in vigore il 1° maggio 2017, sono aumentati la responsabilità individuale dei cacciatori e il flusso di informazioni lungo la catena alimentare. L’igiene delle derrate alimentari diventa parte integrante della formazione dei cacciatori. Lo stesso dicasi per la formazione approfondita di «persona esperta», che consente di acquisire le conoscenze specialistiche per valutare la selvaggina cacciata abbattuta (termine transitorio di quattro anni).

Sulla base dell’esperienza maturata in Italia e nell’ambito dei progetti che il nostro Studio sta portando avanti sia in Val d’Ossola (con il Progetto “Processi di Filiera Eco-alimentare” finanziato da Fondazione Cariplo) che nella Provincia di Bergamo (con il Progetto “Selvatici e Buoni” svolto in collaborazione con Fondazione UNA), la Federazione Cacciatori Ticinesi (FCTi), da sempre impegnata nella costante crescita tecnica e culturale dei loro associati, ha deciso di chiamarci per illustrare in maniera molto pratica quali sono le buone pratiche da attuare nella gestione delle carni di selvaggina.

La serata si terrà a Rivera, presso il Centro Protezione Civile, alle ore 20.00 del 9 marzo prossimo.

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