Convegno Cinghiale Domodossola – 01 marzo 2019

Estremamente interessante il convegno organizzato dal CA VCO3 – Ossola Sud sul cinghiale. Relatori di alto profilo hanno presentato dati inequivocabili sulla specie e sulle difficoltà di gestione della stessa.

Non c’era molto da aggiungere alle conoscenze già acquisite da anni nell’ambito della gestione della specie. Come ha giustamente detto il collega Ezio Ferroglio “gli strumenti ci sono, basta leggere…”. Ma è anche vero che repetita iuvant

In sintesi, sappiamoGenetica Cinghiale Piemonte grazie ai dati presentati e pubblicati da Massimo Scandura dell’Università di Sassari che la maggior parte dei cinghiali presenti nella penisola sono frutto di immissioni con soggetti di provenienza europea ovvero ibridazioni col maiale domestico. Ovviamente non si parla solo di immissioni illegali a scopo venatorio, ma anche di immissioni fatte da enti pubblici a scopo di ripopolamento fino a pochi anni fa. In genere gli stessi enti pubblici che ora si lamentano dei danni…

Sappiamo che la battuta non è un metodo di gestione selettiva, e soprattutto che spesso è meno efficace della selezione e della girata, e i dati presentati da Laura Scillitani, oltre ad andare in questo senso hanno anche evidenziato come il disturbo provocato da questa tipologia di caccia tenda a spostare gli animali dalle loro zone, diminuendo il prelievo nelle aree braccate e aumentando i danni in altri territori.

Sappiamo che la frammentazione del territorio in aree protette, venabili, di ripopolamento, oasi, e chi più ne ha più ne metta…, non aiuta certo a gestire il cinghiale, ma solo a creare una gran confusione e la creazione di “riservini privati”. Sappiamo che l’home range del cinghiale è molto limitato, e che gli spostamenti oltre i 20 km sono rari e spesso collegati ad un’eccessiva pressione venatoria.

Sappiamo che la girata si fa con un cane solo, ma anche in questo caso Barbara Franzetti dell’ISPRA ha dovuto sottolineare il concetto, viste le continue richieste che arrivano all’Istituto per svolgere girate con 2 o 3 cani. Sappiamo che è importante raccogliere più dati possibili sulla specie, sia di interesse morfobiometrico che sanitario, ma anche in questo caso è stato necessario ribadirlo considerando il fatto che la Regione Piemonte lo scorso anno ha deliberato che non è più necessario consegnare i cinghiali prelevati al centro di controllo.

Sappiamo infine che stiamo andando incontro ad una situazione di emergenza epidemiologica con la Peste suina africana alle porte che, oltre a compromettere centinaia di milioni di euro in produzioni di salumi e carni di maiale, potrebbe comportare una rivoluzione nella gestione e nella presenza del cinghiale in Italia.

Sappiamo molte cose, ma non sappiamo valorizzare quanto fatto in casa, o forse non si è voluto. Probabilmente anche gli organizzatori del convegno hanno considerato il detto nemo propheta in patria…

Si è infatti parlato di valorizzare le carni senza dare spazio al progetto Filiera Eco-Alimentare, co-finanziato anche dal CA VCO3, unico esempio di filiera in Regione Piemonte.

Si è parlato di possibili soluzioni, e non è stato citato, se non nelle battute “finalissime” (quando purtroppo la maggior parte delle persone ha abbandonato la sala) quanto fatto dalla Polizia provinciale nel VCO nelle attività di contenimento del cinghiale e ampiamente descritto, non su Topolino, ma su una rivista scientifica in Q1, con un H index 110 e IF 3,26 (https://www.ecologyandsociety.org/vol23/iss4/art12/ES-2018-10353.pdf).

Se non sapete cosa vogliono dire questi numeri, non fa niente… chi apprezza, conosce e ha letto!

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