Lo Studio AlpVet, e i suoi collaboratori, fin dai primi corsi organizzati dall’Università di Milano e con la ex-Provincia di Milano, ha sempre voluto dare un taglio differente ai propri corsi di formazione, mettendo al centro della didattica l’ETICA, un concetto che è alla base di tutta la gestione volta alla conservazione degli habitat e della fauna nel suo complesso.
Non siamo ancora in grado di parlare di “Caccia Etica” (anche se qualcuno si riempie la bocca di questi termini) ma vogliamo che si parli e che diventi realtà la cosiddetta “Etica venatoria”, che rappresenta il rispetto che ogni cacciatore deve avere nei confronti dell’ambiente, della fauna cacciabile e protetta, degli ausiliari, degli altri cacciatori e soprattutto dei non cacciatori.
I corsi che proponiamo non insegnano a seguire una traccia, a riconoscere un’impronta o una fatta, e nemmeno a fare l’avvicinamento migliore. Queste cose saranno il bagaglio culturale che ogni cacciatore deve crearsi, o che deve perfezionare con l’esperienza sul campo.
Noi non insegniamo come riuscire ad abbattere il più possibile del carniere che ognuno ha a disposizione.
Noi non insegniamo l’ipocrisia del bruch dell’ultimo pasto da apporre ad un animale inseguito, braccato, ferito e morto in agonia. (Aggiungiamo per chiarezza, viste alcune segnalazioni, che il bruch è un segno di rispetto nei confronti dell’animale e se pertanto rappresenta il rispetto che ogni cacciatore deve avere nei confronti della preda, a maggior ragione non riteniamo che l’etica venatoria si possa misurare esclusivamente con la sola offerta dell’ultimo pasto, ma che essa si debba correlare necessariamente ad un abbattimento della preda senza sofferenze alcune. Così facendo il bruch assume davvero il significato originale).
Noi insegniamo il benessere animale, risultato di quell’etica venatoria di cui sopra che permette che ogni animale venga rispettato nella sua essenza fino al passaggio che lo porterà alla morte senza inutili sofferenze.
Noi insegniamo il benessere animale perché è anche garanzia di qualità igienico-sanitaria delle carni di selvaggina, un prodotto di eccellenza che i cacciatori possono offrire anche a chi non è cacciatore.
Noi insegniamo la cultura della conservazione degli habitat, del rispetto del territorio e delle attività umane che nel corso dei secoli hanno plasmato le montagne e che hanno contribuito alla presenza della selvaggina nei nostri boschi.
Noi formiamo cacciatori che possano diventare gestori, affinché comprendano che la poltrona di un ATC o di un CA è un ruolo di responsabilità nei confronti dell’intera collettività e non dei propri interessi.
Noi formiamo cacciatori che siano in grado di comunicare e di dialogare anche con chi è contrario alla caccia senza conoscerla, fornendo tutti gli strumenti utili a sostenere un contraddittorio su basi tecniche, scientifiche e gestionali, senza mai passare dalla parte del torto.
Se i nuovi cacciatori non vogliono credere in questo cambio di mentalità, necessario per far fare un salto di qualità al mondo venatorio e toglierlo definitivamente da quella visione negativa che il contesto sociale attuale gli ha costruito intorno, siamo ben lieti di non averli tra i nostri corsisti, così almeno non perdiamo tempo prezioso da dedicare a chi invece crede in questo possibile cambiamento e in questa crescita culturale.
Per coloro che ci credono, siamo ben lieti di accompagnarvi attraverso un percorso formativo che vi permetterà di svolgere al meglio la vostra passione, trasmettendovi la nostra di passione e ciò che abbiamo imparato in questi anni di studio vissuti tra scarponi e camici, tra binocoli e computer, tra bevute in baita e congressi internazionali.
Partiranno infatti a breve due corsi per la caccia di selezione, uno in collaborazione con il Nucleo FIDC di Magenta e l’altro con la Sezione provinciale FIDC di Como. Partiranno a breve in collaborazione con la Sezione provinciale FIDC di Varese un corso per l’abilitazione alla caccia collettiva al cinghiale e alla figura del Caposquadra.
Le recenti normative regionali, emanate col Decreto 2092 del 19 febbraio 2018, hanno definito i programmi dei corsi da svolgersi sul territorio lombardo. Il programma dei corsi svolti dal nostro Studio rispondevano già pienamente ai requisiti ISPRA e come tali rispondono appieno anche alle recenti normative senza porre particolari modifiche.
Spiace che Regione Lombardia abbia deciso di non considerare di inserire tra le materie d’esame anche l’abilitazione ai censimenti allo Stambecco, specie ben rappresentata sulle Alpi Orobie e sulle Alpi Retiche.
Scarica qui gli allegati al decreto:
Allegato A – Modalità presentazione domande
Allegato B – Disposizioni minime relative ai corsi
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