Il 2018 di AlpVet

Il 2018 di AlpVet

Sulla scia dello scorso anno il 2018 ci ha visti convolti, con tutte le nostre forze, nella prosecuzione di due importanti progetti sulle carni di selvaggina in Piemonte e in Lombardia.

Il progetto Processi di Filiera Eco-Alimentare (FEA), finanziato da Fondazione Cariplo, giungerà al termine il prossimo gennaio. La partecipazione attiva dei cacciatori, dei macellai e dei ristoratori nel garantire tracciabilità e salubrità delle carni di selvaggina è stata fondamentale per il successo del programma. La stessa riscoperta di tagli meno nobili, ma esaltati dall’utilizzo di tecniche culinarie tradizionali e innovative nella preparazione di piatti a base di cacciagione, ha raggiunto livelli di alta gastronomia, con ricadute importanti sul territorio della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola attraverso gli eventi organizzati all’interno della rassegna Meating food (Volume I e Volume II).

Il progetto FEA ha portato ottimi risultati anche sotto il profilo tecnico-scientifico, attraverso la partecipazione a congressi/convegni (vd più avanti), pubblicazioni scientifiche (Demartini E., Vecchiato D., Tempesta T., Gaviglio A., Viganò R. – 2018. Consumer preferences for red deer meat: A discrete choice analysis considering attitudes towards wild game meat and hunting – Meat Science, 146: 168-179; Marescotti M.E., Caputo V., Demartini E., Gaviglio A. – 2019. Discovering market segments for hunted wild game meat. Meat Science, 149: 163-176) e tesi di laurea.

In Lombardia prosegue il Progetto Selvatici e buoni finanziato da Fondazione UNA e tuttora in corso in Provincia di Bergamo. La necessità di acquisire ulteriori dati e di spingere maggiormente sulla promozione del prodotto attraverso una sinergia di tutti gli attori coinvolti, ha richiesto un allungamento del progetto di altri 6 mesi. Anche in questo caso è stata determinante la partecipazione dei ristoratori e dei macellai nella valorizzazione di un prodotto dalle altissime qualità sensoriali. In primavera contiamo di svolgere ancora un corso di formazione per i cacciatori e proseguire con la raccolta dei dati di ordine economico.

La pianificazione di entrambi i progetti mira ad analizzare le problematiche che finora hanno impedito la costruzione di una filiera di selvaggina in Italia, mettendo basi molto solide e muovendosi a piccoli passi ma ben saldi, senza fughe in avanti a scopo esclusivamente promozionale, come la presentazione di marchi di selvaggina in territori dove non ci sono ancora cacciatori formati. In tanti ci copiano (o per lo meno ci provano) e questo ci rende orgogliosi, ma noi crediamo fermamente che la piena riuscita di un progetto di tale portata sia frutto di collaborazioni valide e autorevoli. Per questo motivo ringraziamo i colleghi del Dipartimento VESPA e DIMEVET dell’Università di Milano, e i capifila dei due progetti (Ars.Uni.VCO e l’Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo), con i quali la condivisione delle attività è ormai consolidata e sta portando ottimi frutti.

Questa esperienza sul tema ci ha dato la possibilità di intervenire a convegni e assemblee sul tema delle carni di selvaggina anche al di fuori dei territori di competenza. Siamo stati chiamati a partecipare al convegno ECM di Portici (NA) dove abbiamo incontrato colleghi preparati e motivati che stanno lavorando alacremente per gestire e garantire la salubrità delle carni di cinghiale; siamo stati invitati dai colleghi del Canton Ticino ad esporre quanto fatto sul territorio nazionale; abbiamo parlato dei nostri progetti alla Conferenza di Vione (BS) sulla gestione del cervo e a Selvatica 2018 a Bologna.

Ovviamente abbiamo proseguito la nostra collaborazione con i servizi dell’ATS organizzando corsi di formazione per Cacciatore formato a Varese, Milano, Como, Bergamo e Verbania, spingendoci fino a Vicenza.

Interessante il confronto con i colleghi veterinari ispettori degli alimenti nell’ambito del XXVIII° Congresso AIVI tenutosi a Milano lo scorso settembre, dove abbiamo presentato i dati sull’analisi del pH delle carni di selvaggina ottenendo un ottimo riscontro e diversi spunti di indagine sulla certificazione del prodotto.

Ma non ci siamo occupati solo di carne di selvaggina. La collaborazione con i colleghi dell’Università Svizzera di Lugano ha portato alla pubblicazione di un corposo articolo sulla rivista Ecology and Society che descrive come la differente gestione dei cinghiali nel territorio della Provincia di Verbania negli ultimi vent’anni abbia portato, a seconda della libertà o meno di aprire la caccia a questo suide, differenti effetti sulla dinamica di popolazione e sui danni al territorio. Il lavoro, che descrive quanto messo in atto a suo tempo dal Dott. Luca Rotelli e dalla Polizia provinciale del VCO, ha trovato ampio spazio anche su organi di stampa nazionale (Corriere della sera, La Stampa) e su siti specializzati in tematiche ambientali (Green report), oltre che a essere stato portato ad importanti congressi legati alla comunicazione e alla gestione della fauna selvatica problematica. Sul prossimo numero di WILDE uscirà un articolo completo e dettagliato.

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Sulla rivista European Journal of Wildlife Research, è stato pubblicato recentemente un lavoro svolto nell’ambito del progetto LIFE “COORNATA – Development of coordinated protection measures for Apennine Chamois (Rupicapra pyrenaica ornata)” sulla valutazione dello stress del camoscio appenninico indotto da interazioni interspecifiche e disturbi antropici (Formenti N, Viganó R, Fraquelli C, Trogu T, Bonfanti M, Lanfranchi P, Palme R, Ferrari N – 2018. Increased hormonal stress response of Apennine chamois induced by interspecific interactions and anthropogenic disturbance. 64-68).

In collaborazione con il Comprensorio alpino VCO2 e VCO3 è stato organizzato nel mese di novembre il congresso Stato attuale della gestione venatoria del cervo sulle Alpi: siamo sulla buona strada?, dove i relatori partecipanti hanno portato non solo le proprie esperienze gestionali ma anche interessanti spunti di discussione volti a migliorare la gestione di una specie che travalica i confini amministrativi e che necessita un coordinamento sovra territoriale.

Proseguono anche le attività pratiche sulla fauna. Su tutte la collaborazione con la Regione Valle d’Aosta alle attività di cattura, per gli anni 2018/2019, nell’ambito del progetto n. 1664 “Lemed-Ibex – Monitoraggio e gestione dello stambecco dal lago di Ginevra (Leman) al Mediterraneo”. Quest’anno, dopo una fase di rodaggio, siamo a quota 14 stambecchi marcati.

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Nel 2018, con l’applicazione della normativa regionale lombarda sono ripartiti anche i corsi per cacciatori di selezione e collettiva al cinghiale. È stato un piacere conoscere e stringere nuove amicizie con i nostri corsisti. Cogliamo l’occasione per ringraziare anche tutto lo staff di docenti che collabora col nostro Studio e che fornisce un valore aggiunto in termini di competenze e professionalità atto a coprire ogni argomento e rispondere alle innumerevoli curiosità dei nostri discenti.

Nel 2019 porteremo avanti, con lo stesso entusiasmo, i lavori ancora in corso e daremo vita a nuovi progetti che susciteranno grande interesse da parte del mondo venatorio. Le nostre idee saranno rafforzate dal rinnovamento della comunicazione dello Studio con la messa online del nuovo sito internet e ampliando la nostra presenza sui social. Anche il blog beneficerà di un restyling grafico in modo da renderlo ancora più fruibile e aumentare i contatti già considerevoli: il 2018 si chiude con il record di oltre 25.500 visualizzazioni e oltre 18.500 visitatori. Gli articoli “Le malattie trasmissibili del cinghiale e “L’effetto boomerang della gestione del cinghiale” sono diventati virali con rispettivamente oltre 28mila e 15mila visualizzazioni. Molto apprezzato anche l’articolo pubblicato sulle “Misure di primo intervento nel caso di morso da vipere sul cane” che in pochi mesi ha totalizzato quasi 3mila visualizzazioni.

Lo Studio negli anni si evolve con ingressi di nuovi collaboratori, ma anche con uscite di figure storiche, come il Dott. Luca Pellicioli, co-fondatore di AlpVet, recentemente assunto presso l’ATS di Bergamo. Rinnoviamo gli auguri a Luca per la sua nuova attività lavorativa.

Non ci resta che auguraVi Buone Feste e un Felice 2019!

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